Domenico Maggiotto (1712 - 1794) Madonna orante Olio su tela 54 x 51 cm Elementi distintivi: sul verso, etichetta di vendita della Casa d’Aste Semenzato, n. 461 Provenienza: Raccolta Italico Brass, Venezia; Sotheby's, Firenze, 18 dicembre 1976, l. 96 (come Cappella); Casa d’Aste Semenzato, Venezia (26-27.03.2011, l. 461, stima € 23.000-26.000); Veneto Banca SpA in LCA Bibliografia: A. Ravà, G. B. Piazzetta, Firenze, 1921, p. 60 e fig. 50 (Piazzetta); R. Pallucchini, L'arte di G. B. Piazzetta, Bologna, 1934, p. 112 (Piazzetta, con attribuzione incerta); U. Ruggeri, Francesco Cappella, Bergamo, 1977, p. 174 (attribuzione incerta); A. Mariuz, Piazzetta, Milano, 1982, pp. 127-128, A124 (come opera di scuola) Stato di conservazione. Supporto: 70% (reintelo) Stato di conservazione. Superficie: 80% (graffi, cadute di colore, riprese pittoriche) Nella sua monografia su Piazzetta del 1921, Aldo Ravà ha registrato la tela nella raccolta del rinomato pittore Italico Brass (1870-1943), insieme ad altri 5 dipinti e 15 disegni (pp. 60 e 71, tav. 50). Rodolfo Pallucchini, nella monografia dedicata a Piazzetta nel 1934 considera l'opera di attribuzione incerta (p. 112), così come Ruggeri nella sua monografia su Francesco Cappella (1977, p. 174, riferendo di non aver visto il dipinto dal vero) e A. Mariuz nel catalogo ragionato del 1982 (pp. 127-128, cat. A124). Nonostante alcune similitudini con Piazzetta (cfr per esempio la Vergine col Bambino Gesù già in collezione Viezzoli a Genova, in R. Pallucchini, Piazzetta, 1956, Milano, tav. 93; altra versione testimoniata dalla redazione a stampa di Giuseppe Baroni, in G.B. Piazzetta. Disegni - Incisioni - Libri - Manoscritti, con introduzione di W. Knox, Vicenza, 1983, cat. 120), questa giovane Madonna va ricondotta alla sua complessa scuola, ed in particolare a Francesco Maggiotto. Il merito della attribuzione va a Roldofo Pallucchini, che la propone in una perizia oggi perduta ma ricordata nel catalogo d'asta Semenzato (2011). La proposta è ritenuta pertinente da Giuseppe Pavanello (comunicazione del 25 novembre 2021) e da Marco Horak, che all'opera ha dedicato una importante scheda critica. Come sottolinea Horak «la formazione del Maggiotto avvenne nell’ambito della bottega di Giovanni Battista Piazzetta dove entrò giovanissimo, all’età di soli 10 anni, e dove si distinse come uno degli allievi dotati di maggior talento. È possibile disegnare la parabola artistica del Maggiotto suddividendola in tre diversi periodi che hanno contraddistinto la sua produzione: una prima lunga fase, fino al 1755, in cui le sue opere si basavano quasi completamente sui dettami stilistici del suo maestro Giovanni Battista Piazzetta, una seconda fase in cui Maggiotto si indirizzò verso soluzioni cromatiche molto più varie, ampliando il proprio bagaglio artistico in virtù delle esperienze che gli derivavano dall’avvicinamento a Giambattista Tiepolo (nell’ambito dell’Accademia veneziana di pittura e scultura, presieduta dal Tiepolo), infine il periodo della vecchiaia di Maggiotto, dopo il 1765, in cui il pittore si riavvicina ai modelli giovanili e quindi alle opere del suo maestro Giovanni Battista Piazzetta. Queste considerazioni ci spiegano le ragioni per cui la figura artistica del Maggiotto è stata relegata in passato al mero ruolo di promettente scolaro del Piazzetta e le sue opere frequentemente confuse con quelle del suo mentore. Solo in tempi relativamente recenti e a partire dall'esame di poche sue opere firmate, o comunque basate su fonti documentarie, si è giunti alla formulazione di un catalogo formato da una cinquantina di dipinti di autografia certa, la cui corretta attribuzione è stata pure corroborata dal confronto con incisioni di derivazione. Ed è stato proprio attraverso questo lavoro di ricerca e approfondimento che si è giunti, per merito del già citato Rodolfo Pallucchini, ad assegnare correttamente la pregevole Madonna in preghiera in esame alla mano di Domenico Fedeli detto il Maggiotto. L’opera, pienamente fedele al chiaroscuro piazzettesco dalle tonalità bruno-rossastre, è a mio parere collocabile entro il 1750 e si caratterizza per il rigore di un meccanismo compositivo essenziale, che tende ad enfatizzare l’atteggiamento di sereno misticismo della Vergine, in cui spicca una grande e raffinata delicatezza nelle forme, accompagnate dal già citato forte contrasto in chiaroscuro che, in virtù dell’orientamento della luce spiovente dall’alto conferisce risalto agli incarnati, nei quali si apprezzano le ombre e le morbide e delicate sfumature.». La pregevole lettura di Marco Horak segnala nel dipinto anche il testimone di un cambiamento di gusto nella «grande committenza privata veneziana: infatti le grandi composizioni di genere storico e mitologico, fino ad allora testimonianza di fedeltà ai canoni etici stilistici degli illustri antenati, iniziarono a decadere in favore di un gusto più introspettivo, funzionale ad un ruolo dell’arte più orientato all’intimità». In subordine a Maggiotto, il dipinto può essere avvicinato a Giuseppe Angeli (1709-1798): si veda per esempio - nella postura e nella resa anatomica e dei panneggi - la figura della Madonna nella pala con l'Immacolata e Santi nella chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia (1756) e nella pala con San Felice da Cantalice che riceve Gesù Bambino nella chiesa dello Spirito Santo a Cortona (fototeca Zeri, n. 69021). Meno vicino, Francesco Daggiù detto il Cappella, per esempio nella pala con Santa Margherita e il beato Guido Vagnottelli intercedenti per le anime del Purgatorio", presso l'Oratorio di Villa Tommasi a Metelliano (fototeca Zeri, n. 69064; Ruggeri, 1977, fig. 13; vedi anche figg. 11, 19, 36). Ringraziamo Marco Horak e Giuseppe Pavanello per il supporto nella catalogazione dell'opera.
(Venezia, 1712 - 1794) Giovane che sguaina una spada Olio su tela, cm 44,5X36 Domenico Fedeli frequentò lo studio di Giovanni Battista Piazzetta (Venezia, 1682 - 1754) nel 1622 e a differenza di altri suoi coetanei, non si mosse mai da Venezia, articolando la formazione pittorica sull'opera del maestro e sulla pittura fiamminga del Seicento, da Vermeer a Rembrandt a Baburen, conosciuta tramite la diffusione delle stampe e dei dipinti. L'artista rimase fedele al chiaroscuro piazzettesco dalle tonalità bruno-rossastre, rielaborandone con abilità il repertorio iconografico e tecnico, eseguendo tele di tema storico e religioso, ritratti aulici e allegorie profane, prediligendo però i soggetti bucolici e popolari. Ricordiamo a questo proposito La contadinella addormentata di collezione privata veneziana e La pollivendola della Galleria Sabauda di Torino. In seguito alla morte del maestro avvenuta nel 1754, avvia un'autonoma attività ma a lui è affidato il compito di terminare la pala della Chiesa di San Salvatore, con San Nicolò Vescovo, San Leonardo e il Beato Arcangelo Canetoli. In questo periodo Maggiotto trova negli esiti formali del collega Giuseppe Angeli le adeguate suggestioni per affrancarsi dai modi del Piazzetta, schiarendo la tavolozza con delicate sfumature, dedicandosi sempre più a dipingere scene di genere e busti avendo a mente gli esempi olandesi. Nel nostro caso, l'autore esibisce certamente il suo interesse nei confronti dell'arte nordica e l'intenso carattere piazzettesco suggerisce una datazione precoce. Bibliografia di riferimento: R. Pallucchini, La Pittura nel Veneto. Il Settecento, Milano 1996, II, p. 175 E. Martini, La Pittura del Settecento Veneto, Udine 1981, p. 553, fig. 872
(Venezia, 1713 - 1794) Ritratto di giovane uomo Olio su tela, cm 40X29,5 Domenico Fedeli frequentì lo studio di Giovanni Battista Piazzetta (Venezia, 1682-1754) nel 1622 e a differenza di altri suoi coetanei, non si mosse mai da Venezia, articolando la formazione pittorica sull'opera del maestro e sulla pittura fiamminga del Seicento, da Vermeer a Rembrandt a Van Baburen, conosciuta tramite la diffusione delle stampe e dei dipinti. L'artista rimase fedele al chiaroscuro piazzettesco dalle tonalità bruno-rossastre, rielaborandone con abilità il repertorio iconografico e tecnico, eseguendo tele di tema storico e religioso, ritratti aulici e allegorie profane, prediligendo perì i soggetti bucolici e popolari. Ricordiamo a questo proposito La contadinella addormentata di collezione privata veneziana e La pollivendola della Galleria Sabauda di Torino. In seguito alla morte del maestro avvenuta nel 1754, avvia un'autonoma attività ma a lui è affidato il compito di terminare la pala della Chiesa di San Salvatore, con San Nicolì Vescovo, San Leonardo e il Beato Arcangelo Canetoli. In questo periodo, Maggiotto trova negli esiti formali del collega Giuseppe Angeli le adeguate suggestioni per affrancarsi dai modi del Piazzetta, schiarendo la tavolozza con delicate sfumature, dedicandosi sempre più a dipingere scene di genere e busti avendo a mente gli esempi olandesi. Bibliografia di riferimento: R. Pallucchini, La Pittura nel Veneto. Il Settecento, Milano 1996, II, p. 175 E. Martini, La Pittura del Settecento Veneto, Udine 1981, p. 553, fig. 872
(Venezia 1712 - 1794) Portrait of bearded man holding an apple Charcoal, heightened in white chalk, on paper, 390x313 mm. In passepartout and frame (defects) Provenance Christie's London, 18 April 1967, lot 35; William H. Schab Gallery, New York,1970; Sotheby's London, 16 November 1972, lot 135; Mr. and Mrs. Jerrold Ziff, Urbana, Illinois; Christie's New York, 3 October 2007, lot 999; Stephen Ongpin, London; Federico Falck, Milan Exhibition Master Drawings & Prints 1500-1960, William H. Schab Gallery, New York, April 1970 (n.120); Drawings from Four Collections, Krannert Art Museum, University of Illinois, Urbana-Champaign, 1973 (n. 20); The Ziff Collection of Old Master & Nineteenth-Century Drawings, Krannert Art Museum, University of Illinois, Urbana-Champaign, 1999 (n. 26). Literature Mary Beth Lewis, Drawings from Four Collections, catalogo della mostra, Urbana-Champaign, 1973, pp.31-32, n. 20; Darius Spieth in Jerrold Ziff, The Ziff Collection of Old Master & Nineteenth-Century Drawings, catalogo della mostra, Urbana-Champaign, Krannert Art Museum, 1999, pp.58-59, n. 26. IT Ritratto di uomo barbuto con in mano una mela Carboncino e rialzi a gessetto bianco su carta, mm 390x313 In passepartout e cornice (difetti) Provenienza Christie's Londra, 18 aprile 1967, lotto 35; William H. Schab Gallery, New York,1970; Sotheby's Londra, 16 novembre 1972, lotto 135; Mr. e Mrs. Jerrold Ziff, Urbana, Illinois; Christie's New York, 3 ottobre 2007, lotto 999; Stephen Ongpin, Londra; Federico Falck, Milano Esposizioni Master Drawings & Prints 1500-1960, William H. Schab Gallery, New York, aprile 1970 (n.120); Drawings from Four Collections, Krannert Art Museum, University of Illinois, Urbana-Champaign, 1973 (n. 20); The Ziff Collection of Old Master & Nineteenth-Century Drawings, Krannert Art Museum, University of Illinois, Urbana-Champaign, 1999 (n. 26). Bibliografia Mary Beth Lewis, Drawings from Four Collections, catalogo della mostra, Urbana-Champaign, 1973, pp.31-32, n. 20; Darius Spieth in Jerrold Ziff, The Ziff Collection of Old Master & Nineteenth-Century Drawings, catalogo della mostra, Urbana-Champaign, Krannert Art Museum, 1999, pp.58-59, n. 26.
(Venezia, 1713 - 1794) L'esperto d'arte Olio su tela, cm 41X33 Domenico Fedeli frequentò lo studio di Giovanni Battista Piazzetta (Venezia, 1682-1754) nel 1622 e a differenza di altri suoi coetanei, non si mosse mai da Venezia, articolando la formazione pittorica sull'opera del maestro e sulla pittura fiamminga del Seicento, da Vermeer a Rembrandt a Van Baburen, conosciuta tramite la diffusione delle stampe e dei dipinti. L'artista rimase fedele al chiaroscuro piazzettesco dalle tonalità bruno-rossastre, rielaborandone con abilità il repertorio iconografico e tecnico, eseguendo tele di tema storico e religioso, ritratti aulici e allegorie profane, prediligendo però i soggetti bucolici e popolari. Ricordiamo a questo proposito 'La contadinella addormentata' di collezione privata veneziana e 'La pollivendola' della Galleria Sabauda di Torino. In seguito alla morte del maestro avvenuta nel 1754, avvia un'autonoma attività ma a lui è affidato il compito di terminare la pala della Chiesa di San Salvatore, con San Nicolò Vescovo, San Leonardo e il Beato Arcangelo Canetoli. In questo periodo, Maggiotto trova negli esiti formali del collega Giuseppe Angeli le adeguate suggestioni per affrancarsi dai modi del Piazzetta, schiarendo la tavolozza con delicate sfumature, dedicandosi sempre più a dipingere scene di genere e busti avendo a mente gli esempi olandesi. Bibliografia di riferimento: R. Pallucchini, 'La Pittura nel Veneto. Il Settecento', Milano 1996, II, p. 175 E. Martini, 'La Pittura del Settecento Veneto', Udine 1981, p. 553, fig. 872
Domenico Fedeli, known as il Maggiotto (Venice, 1712 - 1794) Two children Oil on canvas, cm. 50x41 The painting is accompanied by an expertise by Dr. Consuelo Lollobrigida.
a) Suonatrice di mandolino, b) Suonatore di flauto, coppia di olii su tela, cm 71x54,5 a) Mandolin player, b) Flute player, pair of oils on canvas, 71x54.5 cm
MAGGIOTTO, DOMENICO (1712 Venice 1794) Boy with flowers. Oil on canvas. 58 x 45.2 cm. Provenance: - Gallery Meissner, Zurich (label on the reverse). - Swiss private collection. --------------- MAGGIOTTO, DOMENICO (1712 Venedig 1794) Knabe mit Blumen. Öl auf Leinwand. 58 x 45,2 cm. Provenienz: - Galerie Meissner, Zürich (verso Etikette). - Schweizer Privatbesitz.
{Italienischer Maler des 18. Jh.} Zuschreibungen an Domenico Maggiotto (1713 - 1794) oder Francesco Capella (1711 - 1784). Der Hl. Antonius von Padua mit dem Jesusknaben. Öl/Holz. 59 x 47 cm. R
Bildnis eines Schauspielers mit Pelzkappe. Schwarze Kreide. 25,5 x 20,2 cm. Domenico Fedeli, gen. Il Maggiotto, lernte in der Werkstatt Piazzettas in Venedig. Seine zahlreichen Halbfigurenbildnisse zeigen in Kolorit, Komposition und malerischer Ausführung deutlich den Einfluß seines Lehrers. Vorliegende, in der Setzung von Licht und Schatten fein durchgebildete Zeichnung ist eine Vorstudie zu dem Gemälde in Privatbesitz (s. Ausst. Kat. "Kunst in Venedig. Gemälde und Zeichnungen 16. - 18. Jh. - Arte a Venezia XVI-XVIII secolo. Dipinti e disegni", Ingelheim am Rhein 1987, Kat. Nr. 69 mit Abb. S. 137"). Verso mit undeutlichem Sammlerstempel (nicht bei Lugt?).
ATTRIBUTED TO DOMENICO MAGGIOTTO VENICE 1712 - 1794 A YOUNG MAN HOLDING A FLUTE, WITH A YOUNG WOMAN BEYOND 21 1/2 by 17 in; 54.5. by 43 cm. oil on canvas Provenance: Amelia B. Lazarus; By whom given in 1907 to the Corcoran Gallery of Art, Washington, DC; By whom sold, New York, Sotheby's, October 13, 1989, lot 72; There purchased by the present collector. Literature & References: R. Pallucchini, L'Opera Completa del Piazzetta, 1982, cat. no. A145 (as a school work, possibly by Maggiotto).
A YOUNG MAN HOLDING A FLUTE, WITH A YOUNG WOMAN BEYOND A YOUNG MAN HOLDING A FLUTE, WITH A YOUNG WOMAN BEYOND measurements note 21 1/2 by 17 in; 54.5. by 43 cm. oil on canvas PROVENANCE Amelia B. Lazarus; By whom given in 1907 to the Corcoran Gallery of Art, Washington, DC; By whom sold, New York, Sotheby's, October 13, 1989, lot 72; There purchased by the present collector. LITERATURE R. Pallucchini, L'Opera Completa del Piazzetta, 1982, cat. no. A145 (as a school work, possibly by Maggiotto).
pen and black ink and several shades of grey wash, within black ink framing lines CATALOGUE NOTE This is perhaps an illustration of a popular saying or parable, and is the kind of composition which could have been intended for a print, like the previous lot.
pen and black ink and several shades of grey wash, squared in black chalk (and stylus?) CATALOGUE NOTE This clear, solid composition could also have been intended for a print. It is the kind of composition which was engraved by artists such as Giovanni Volpato.