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Lot 191: c - CHARLES DAUPHIN NANCY ? 1615/20-1677 TORINO

Est: €80,000 EUR - €120,000 EURSold:
Sotheby'sMilano, ItalyNovember 29, 2005

Item Overview

Description

ALLEGORIA DEL TEMPO

measurements note
210 x 165 cm.

olio su tela

LITERATURE

R. Fohr, "Pour Charles Dauphin", in Mélanges de l'école française de Rome, vol. 94, 1982, pp. 979-994, illustrato, fig. 5.
J. Thuillier (a cura di), Vouet, catalogo della mostra Galerie nationales du Grand Palais, Parigi, 6 Novembre 1990--11 Febbraio 1991, Parigi 1990, pp. 58-59, illustrato.

NOTE

Il dipinto è un'allegoria del Tempo, qui rappresentato come un vecchio barbuto e alato, che mostra due degli attributi tradizionalmente assegnatigli, la clessidra e il serpente che si mangia la coda a formare un anello, simbolo dell'eterno scorrere del tempo. Due amorini e due figure lo attaccano cercando, vanamente, di vincerlo. Non aiuta purtroppo nella loro identificazione l'accostamento a due dipinti del medesimo soggetto eseguiti da Simon Vouet, di cui l'artista fu allievo e alla cui lezione rimase variamente fedele fino alla fine della sua attività, Il Tempo sconfitto da Amore, Speranza e Bellezza (Museo del Prado di Madrid e Musée du Berry di Bourges). Se infatti nei dipinti di Vouet i personaggi sono chiaramente riconoscibili, nel quadro di Dauphin questi mancano di attributi precisi che ne permettano un'identificazione certa. La figura coronata di fiori infatti è un personaggio maschile alato che si può ipotizzare essere il Piacere o Imeneo, mentre la figura a destra, cinta di alloro e inginocchiata su un cumulo di libri, non è sicuramente la Speranza, come appare nei dipinti di Vouet, rappresentata in genere con un'ancora. Potrebbe trattarsi dello Studio o della Memoria, ma si dovrà rimandare a un approfondimento del milieu intellettuale torinese dell'epoca l'individuazione delle chiavi di lettura che permettano di decifrare il significato preciso dell'allegoria.
L'opera si inserisce negli anni della piena maturità dell'artista, come rivelano la libertà pittorica e gli effetti tratti dalla qualità propriamente materiale del colore. Stilisticamente può essere avvicinata alla pala di Luisa di Savoia ai piedi di San Francesco da Paola (chiesa di San Francesco da Paola, Torino), facendo propendere quindi per una datazione agli anni 1660-63. In accordo con le opere di questo periodo, la gamma cromatica si è arricchita e dalle tinte chiare con dominanza di rosa e azzurro si passa a toni più sostenuti e audaci, quasi violenti, e pur mantenendo una disposizione dei personaggi nei piani piuttosto ravvicinata, la composizione, molto teatrale e dal punto di vista leggermente ribassato, è più vivace ed elaborata. Dauphin si è cimentato nella trattazione del tema dell'allegoria del Tempo in altri due dipinti, entrambi raffiguranti Il Tempo che svela la Verità. Uno, conservato a Nancy al Musée Historique Lorrain, appartiene al periodo dell'apprendistato presso la bottega di Vouet o a un momento appena successivo, mostrando un'aperta influenza dei modi del maestro, ma discostandosene per un disegno dei panneggi meno sinuoso. Il secondo, in collezione privata a Lione, rivela al contrario nella accresciuta facilità e nella minore pesantezza nel disporre le figure come col tempo la lezione di Vouet divenga più un ricordo, facendo propendere per una datazione dell'opera agli anni 1660-65.

Charles Dauphin, nato probabilmente a Nancy, lasciò la Lorena nel 1640 forse a causa delle devastazioni della guerra e si trasferì a Parigi dove entrò nella bottega di Simon Vouet. Probabilmente il più importante fra gli ultimi discepoli di Vouet, scelse di stabilirsi a Torino dopo la morte del maestro (1649), dove ricoprì presto una posizione di grande rilievo e dove rimase fino alla morte. I consensi ottenuti presso la famiglie ducale, l'alta aristocrazia, il ceto intellettuale e gli ordini religiosi si spiegano anche con il desiderio della piccola ma vivace capitale sabauda di eguagliare i fasti parigini inaugurati da Vouet, che l'esuberanza barocca della pittura seducente e spontanea di Dauphin seppe interpretare in dipinti che si distinguevano per splendore della gamma cromatica, spigliatezza delle forme, linee vorticose e ricchezza dei motivi.

L'attribuzione è stata suffragata dal Professor Pierre Rosenberg su base fotografica.

Artist or Maker

Auction Details

Old Master Paintings

by
Sotheby's
November 29, 2005, 12:00 AM EST

Sotheby’s Italia Srl Corso Venezia 16, Milano, 20121, IT