Lot 249: Bottega di Andrea della Robbia, attribuito a Benedetto Buglioni (1461-1521) Toscana, inizio del secolo XVI , A glazed polychrome terracotta altarpiece depicting the Nativity

ALTARE IN TERRACOTTA POLICROMA INVETRIATA RAFFIGURANTE LA NATIVITA' La Vergine e San Giuseppe inginocchiati davanti al Bambino sotto l'iscrizione " Gloria Inexcelsis Deo ", cartiglio retto da due angeli e coronato da Dio Padre sostenuto da cherubini; restauri

173 x 94cm, 68 by 37in.

PROVENIENZA
Collezione Contini-Bonacossi, Firenze. BIBLIOGRAFIA
Piero Borgellini, I Della Robbia, Milano, 1965.
G. Gentilini, I Della Robbia. La scultura invetriata nel Rinascimento, Milano, 1992, pp. 400, 433, 447 n.27 (illustration of Faith)
J. Sisk, "Benedetto Buglioni" in Italian Sculpture from the Gothic to the Baroque, Salander-O'Reilly Galleries, New York, 2002, pp. 102-105.
G. Gentilini, I Della Robbia e l' "arte nuova" della scultura invetriata, (exh. cat.), Fiesole, 29 May- 1 November, 1998, pp.350-51.
Benedetto Buglioni (1459/60-1521), figlio di uno scultore, fu probabilmente l'allievo di Andrea Verrocchio. Lavorò come assistente di Andrea Della Robbia, dal quale apprese i segreti della scultura in maiolica invetriata, sviluppata dallo zio di Andrea, Luca Della Robia all'inizio degli anni quaranta del 1400. Negli anni ottanta dal XV secolo Buglioni divenne il concorrente più temibile per i Della Robbia, aprendo la sua bottega e verso il 1500 realizzando terracotte invetriate caratterizzate da colori naturalistici. La sua prima opera documentata, oggi perduta, è il rilievo della Resurrezione per la chiesa di Santissima Anunziata a Firenza. Tra le altre commissioni realizzò opere per il santuario di Santa Cristina a Bolsena in particolare la facciata in pietra, il monumento funerario della Santa e il grande tabernacolo. Da una lettera autografa di Ettore Sestrieri: Gent. Sig. Di Castro,
conosco la bellissima natività di Andrea della Robbia, esposta nella sua galleria, fin da quando era conservata in Palazzo Ridolfi a Firenze. Essa è rimasta di proprietà della importante famiglia omonima, imparentata con i Medici, fino alla vendita avvenuta dopo l'alluvione del 1966. Si accompagnavano alla natività due stemmi della famiglia Ridolfi e Medici, anche essi opera di Andrea della Robbia ed eseguiti, probabilmente, in occasione di un matrimonio fra due membri delle famiglie, che ora si trovano in una collezione privata nella Villa di Monaciano presso Siena.
Mi è grata l'occasione, per inviarLe i miei migliori saluti. Ettore Sestrieri Benedetto Buglioni (1459/60-1521) was the son of a sculptor and probably the pupil of Andrea del Verrocchio. As an assistant to Andrea della Robbia, he learned the secrets to making glazed terracotta sculpture, developed by Andrea's uncle Luca della Robbia in the early 1440s. In the 1480s Buglioni became the della Robbia's closest competitor by opening his own shop and by 1500, his workshop produced glazed terracottas, some with naturalistic coloring. His first documented work, now lost, was a relief of the Resurrection for the church of Santissima Annunziata in Florence. Among many other commissions, he executed works for the sanctuary Santa Cristina in Bolsena, notably the stone facade, the effigy on the saint's tomb and a large tabernacle. From a Ettore Sestrieri's letter: Dear Mr. Di Castro,
I know extremely well the Andrea della Robbia Nativity, since it was at Palazzo Ridolfi in Florence. The Nativity was kept within the family, related to the Medici, since its sale, just after the 1966 fload. At that time the relief included the coat of arms of the Ridolfi and Medici, probably By Andrea della Robbia too, for a wedding between two members of the families. The coat of arms are now in a private collection in the Villa di Monaciano, near by Siena.
Best wishes. Ettore Sestrieri Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha comunicato per questo lotto il diniego del rilascio dell'Attestato di Libera Circolazione e la dichiarazione di interesse storico artistico particolarmente importante. The Ministero per i Beni e le Attività Culturali has denied the export licence for this lot and it has declared its importance in the context of the Italian cultural patrimony.