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Domenico dei Marchis Sold at Auction Prices

Landscape painter

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    • DOMENICO DE MARCHIS detto TEMPESTINO (attr. a)
      Sep. 25, 2023

      DOMENICO DE MARCHIS detto TEMPESTINO (attr. a)

      Est: €400 - €700

      (Roma, 1646 - 1713) Paesaggio con fiume, paese fortificato e viandante Olio su tela, cm 42X51,5 Il dipinto si attribuisce a Domenico De Marchis altrimenti detto il Tempestino, in quanto cognato di Pieter Mulier detto il Tempesta. È un autore poco noto, di origini fiorentine ma nato a Roma e dedito prevalentemente al genere del paesaggio, che spesso ha realizzato per conto di pittori di figura, ma sono noti alcuni documenti che attestano sue tele di natura morta acquistate da Benedetto Pamphilij. Lo stile dell'opera esprime un gusto paesistico tipicamente capitolino, in cui si percepiscono influenze del Dughet e, logicamente, del primo Tempesta. Peculiare dell'artista è di intercalare la veduta con alberi intrecciati posti in primo piano o come quinta scenica, mentre la profondità è costruita attraverso piccoli rilievi e agevolata da sentieri o strade di terra battuta in cui si muovono le figure a macchia. Bibliografia di riferimento: M. Roethlisberger Bianco, Cavalier Pietro Tempesta and his time, Newark, Del., 1970, passim L. Salerno, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma, II, Roma 1976, pp. 642 s., 652; III, ibid. 1977, pp. 1092, 1122, 1128, 1140

      Wannenes Art Auctions
    • DOMENICO DE MARCHIS detto il TEMPESTINO (attr. a)
      May. 18, 2023

      DOMENICO DE MARCHIS detto il TEMPESTINO (attr. a)

      Est: €3,000 - €5,000

      (Roma, 1646 ; 1713) Paesaggio con il viaggio di Rebecca Olio su tela, cm 132X170 Provenienza: Venezia, Semenzato, 2 giugno 1985, lotto 55 (come Carlo Antonio Tavella) Milano, collezione privata Il dipinto presenta un ampio paesaggio di gusto prettamente romano, mostrando analogie illustrative e di conduzione pittorica con le creazioni di Gaspard Dughet (Roma, 1615 ; 1675). Questo dato indica che l'opera sia stata eseguita a Roma e nella bottega dughettiana in cui lavoravano Pieter Mulier detto il Tempesta, Crescenzo Onofri, Giovanni Battista Giovannini e Domenico De Marchis detto il Tempestino. Preso atto della bella qualità e che la superficie pittorica presenta una ossidazione delle stesure riscontrabile nei dipinti di Gaspard Dughet e dei suoi collaboratori, si convalida così l'idea che l'autore sia da individuare nella sua stretta cerchia, tenendo comunque a mente le evidenti affinità con il Mulier. È infatti noto che questi maestri lavorarono alla decorazione di Palazzo Colonna dipingendo una serie di paesaggi e marine, per non dire delle opere condotte dai medesimi per il Palazzo al Corso dei Doria Pamphilj. A discapito delle difficoltà attributive, il dipinto si rivela non solo di alta qualità ma anche una importante testimonianza per comprendere le vicende del paesaggismo romano seicentesco. Nondimeno, un possibile aiuto filologico è offerto dalle figure, il cui tenore alla Luigi Garzi può suggerire il riferimento a Domenico De Marchis (Roma, 1646 ; 1713) che, anch'esso allievo di Dughet e cognato del Tempesta, non solo sviluppò paesaggi simili a questo in esame ma sappiamo dalle fonti affidare di sovente l'esecuzione dei brani di figura al Garzi (Cfr. inventario Luciani). Tornando al paesaggio, troviamo un utile riscontro con i due di De Marchis esitati presso la Sotheby's di Amsterdam il 22 maggio 1990, lotto 26, in cui si coglie una somigliante costruzione paesistica che coniuga gli insegnamenti di Dughet con quelli di Mulier. Se così fosse diverrebbe possibile datare l'opera al settimo/ottavo decennio, misurando che dopo la partenza del Tempesta da Roma e specialmente negli anni maturi, il pittore aggiornerà il proprio stile sull'esempio di Jan Frans van Bloemen, come si evince dai dipinti appartenenti alla collezione Pamphilj databile agli anni Novanta. Bibliografia di riferimento: Arch. di Stato di Roma, Trenta Notai Capitolini, Ufficio 19, busta 520, ff. 222r, 226r, 234v, 235v, 254r, 256r (Inv. Rouault de Gamaches); ibid., Ufficio 32, busta 366, ff. 146v-147r, 150v (Inv. Luciani) L. Pascoli, Vite..., Roma 1730, I, p. 179; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Napoli 1733, p. 261 L. Salerno, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma, II, Roma 1976, pp. 642 s., 652 F. Cappelletti, Pieter Mulier, in La Pittura di Paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di L. Trezzani, Milano 2004, pp. 313-315 A. G. De Marchi, Il Palazzo Doria Pamphilj e le sue collezioni, Firenze 2008, pp. 99-116; 142-145

      Wannenes Art Auctions
    • DOMENICO DE MARCHIS detto TEMPESTINO (attr. a)
      Nov. 13, 2018

      DOMENICO DE MARCHIS detto TEMPESTINO (attr. a)

      Est: €500 - €700

      (Roma, 1646 - 1713) Coppia di paesaggi arcadici con figure Olio su tela, cm 24X64 (2) I dipinti recano l'attribuzione a Domenico De Marchis altrimenti detto il Tempestino, in quanto cognato di Pietere Mulier detto il Tempesta. È un autore poco noto, di origini fiorentine ma nato a Roma e dedito prevalentemente al genere del paesaggio, che spesso ha realizzato per conto di pittori di figura, ma sono note alcuni documenti che attestano sue tele di natura morta acquistate da Benedetto Pamphilij. Lo stile dell'opera esprime un gusto paesistico tipicamente capitolino, in cui si percepiscono influenze del Dughet e Jan Frans Bloemen.

      Wannenes Art Auctions
    • DOMENICO DE MARCHIS detto TEMPESTINO (attr. a)
      May. 30, 2018

      DOMENICO DE MARCHIS detto TEMPESTINO (attr. a)

      Est: €400 - €600

      (Roma, 1646 - 1713) Paesaggio Olio su tela, cm 60X70 Il dipinto si attribuisce a Domenico De Marchis altrimenti detto il Tempestino, in quanto cognato di Pietere Mulier detto il Tempesta. È un autore poco noto, di origini fiorentine ma nato a Roma e dedito prevalentemente al genere del paesaggio, che spesso ha realizzato per conto di pittori di figura, ma sono note alcuni documenti che attestano sue tele di natura morta acquistate da Benedetto Pamphilij. Lo stile dell'opera esprime un gusto paesistico tipicamente capitolino, in cui si percepiscono influenze del Dughet e, logicamente, del primo Tempesta. Peculiare all'artista è di intercalare la veduta con alberi intrecciati posti in primo piano o come quinta scenica, mentre la profondità è costruita attraverso piccoli rilievi e agevolata da sentieri o strade di terra battuta in cui si muovono le figure a macchia. Bibliografia di riferimento: M. Roethlisberger Bianco, 'Cavalier Pietro Tempesta and his time', Newark, Del., 1970, passim L. Salerno, 'Pittori di paesaggio del Seicento a Roma', II, Roma 1976, pp. 642 s., 652- III, ibid. 1977, pp. 1092, 1122, 1128, 1140

      Wannenes Art Auctions
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