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Giuseppe Castellano Sold at Auction Prices

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    • GIUSEPPE CASTELLANO (attr. a)
      Dec. 21, 2020

      GIUSEPPE CASTELLANO (attr. a)

      Est: €2,000 - €3,000

      (Napoli, 1660 - Roma, 1725 Cristo e la Cananea Olio su tela, cm 163X118 La tela, con estrema chiarezza figurativa, rappresenta l'episodio di Gesù e la donna cananea narrato nel vangelo di Matteo (15, 21-28 1) e reca un'attribuzione collezionistica a Giuseppe Castellano. Il pittore si formì con Francesco di Maria a Napoli e in seguito si adeguì ai modi del Giordano per poi modulare la sua arte in chiave classicista sugli esempi del De Matteis. Bibliografia di riferimento: M. Pavone, Pittori napoletani del primo Settecento, Napoli 2003, p. 241 L. Mauta, in Sannio e Barocco, Napoli 2011, pp. 141 ; 142 Splendori del Barocco defilato. Arte in Basilicata e ai suoi confini da Luca Giordano al Settecento, a cura di E. Canfora, Firenze 2001 ad vocem

      Wannenes Art Auctions
    • GIUSEPPE CASTELLANO
      Mar. 05, 2020

      GIUSEPPE CASTELLANO

      Est: €3,000 - €5,000

      (Napoli, 1660 - Roma, 1725) La presentazione della Vergine Olio su tela, cm 100X152 Firmato e datato in basso al centro: Giuseppe Castellano P. 1701 Provenienza: Cervinara (Avellino), Palazzo Finelli Il dipinto è un importante ritrovamento per la conoscenza del pittore Giuseppe Castellano, la cui personalità ben nota alla storiografia ottocentesca, ha trovato solo recentemente una adeguata lettura critica e una scansione cronologica della sua carriera. Il primo fattore sorprendente scaturito dalle moderne ricerche è l'aver stabilito che l'artista riscosse in vita un notevole successo, anche discapito dell'assenza di citazioni nelle Vite del De Dominici. Per quello che possiamo valutare oggi alla luce delle opere e dei documenti, è verosimile che si sia formato con Francesco Di Maria e ciò si evince esaminando la tela raffigurante Carlo II in adorazione della Vergine realizzata nel 1681 per il Convento di San Donato a Orta. Nel 1886 il pittore lo si trova registrato alla corporazione dei pittori napoletani, la Confraternita di Sant'Anna e di San Luca dei Pittori al Gesù Nuovo, di cui l'anno seguente fu eletto prefetto, così nel 1695 e 1700 quando pur scelto lasciò il posto a Luca Giordano. In questi anni Castellano evolve la sua arte in chiave giordanesca e in modo particolare accostandosi all'evoluzione in chiave classicista dettata da Paolo De Matteis e nel corso del nono decennio risalgono le tele di Benevento, Montesarchio e il grande telero per il soffitto del Duomo (oggi distrutto). Ad agevolare la sua fama nel Sannio fu il Cardinale Vincenzo Maria Orsini che già committente del De Matteis, scelse il nostro per comunicare al meglio la sua volontà di catechizzazione. Infatti fu l'Orsini a dedicarsi al restauro del Duomo beneventano dopo il terremoto e possiamo affermare che durante i primi due decenni del Settecento l'attività di Castellano fu frenetica. Basti pensare ai grandi quadri per l'Annunziata di Benevento, la tela di Torrecuso e di Cupolo e la tela per la Chiesa del Gesù sempre a Benevento. Tornando alla nostra opera, si evince la chiarezza illustrativa impiegata, atta a tradurre al meglio la narrazione evangelica secondo i dettami del Cardinale. Altrettanto evidente è l'analogia con le coeve prove del De Matteis, percepibili nelle scelte cromatiche e di stesura. Bibliografia di riferimento: M. Rotili, L'arte nel Sannio, Benevento 1952, pp. 126 F. Strazzullo, La Corporazione dei pittori napoletani, Napoli 1962, pp. 7, 9-11, 25, 26, 28 M. Pavone, Pittori napoletani del primo Settecento, Napoli 2003, p. 241 L. Mauta, in Sannio e Barocco, Napoli 2011, pp. 141 - 142 E. Canfora, Splendori del Barocco defilato. Arte in Basilicata e ai suoi confini da Luca Giordano al Settecento, Firenze 2001 ad vocem

      Wannenes Art Auctions
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