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Giovanni (1650) Bolla Sold at Auction Prices

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    • INTAGLIATORE EMILIANO DEL XVII-XVIII SECOLO
      May. 28, 2019

      INTAGLIATORE EMILIANO DEL XVII-XVIII SECOLO

      Est: €20,000 - €30,000

      E GIOVANNI BOLLA (Parma, 1650 - 1735) Coppia di grandi cornici in legno intagliato, scolpito e dorato, cm 215X160 (2) Il Sacrificio di Isacco e Il Bagno di Betsabea, olio su tela, cm 144X91 (2) Le opere sono state dichiarate di straordinario interesse storico-artistico e sottoposte a regime di notifica. Provenienza: Rocca di Soragna, collezione Meli Lupi di Soragna Bibliografia: G. Cirillo, G. Godi, Il mobile a Parma fra Barocco e romanticismo, Parma 1983, pag. 75, tav. 163 AA.VV, La cornice italiana: dal Rinascimento al Neoclassico, Milano 1992, pagg. 224-225, tav. 68 E. Colle, Il mobile Barocco in Italia, Milano 2000, pagg. 264-265, tav. 65 Queste cornici, dall'intaglio fitto e vigoroso, presentano un ricco ornato floreale con grandi cartouches e ariose volute a ricciolo: caratteri stilistici che ci permettono di avvicinarle ad un buon numero di opere già attribuite ad artigiani attivi in area emiliana, tra la seconda metà del XVII e i primi decenni del XVIII secolo e certamente ispirati dai repertori berniniani del Barocco romano. Emblematiche, tra le altre e di artisti anonimi, le cornici per la chiesa San Biagio (in loco) e per Sant'Agostino a Modena, oggi conservata presso il museo Civico cittadino (E. Colle, Il mobile Barocco in Italia, Milano 2000, pagg. 256-257) e ancora la poderosa ancona (1697-98) di Giovanni Setti per la chiesa di San Sisto a Piacenza (L. Bandera, Il mobile emiliano, Novara 1996, pag. 107, tav. 112 e Colle, op. cit., pagg. 262-263, tav. 64). I nostri esemplari, provenienti dalla rocca di Soragna, erano parte di un corpus più ampio che, insieme ad altri lavori, vennero commissionati ad artigiani per lo più locali sotto la direzione del responsabile dell'arredamento Domenico Draghi, e destinati alle sale del castello in occasione delle nozze (1681) di Ottavia Rossi con Giampaolo Meli Lupi. Da ricordare, tra i tanti, gli intagli dell'estroso Francesco Peracchi, che risulta pagato per una coppia di tavoli, nove panche e sei sgabelli (1696) per il camerone e galleria nova verso Santa Croce (Colle, op. citata, pagg. 268-269-270-271, tav. 67) e, dello stesso anno, le cornici per i ritratti dei coniugi (G. Cirillo, G. Godi, Il mobile a Parma fra Barocco e romanticismo, Parma 1983, pag. 63, fig. 138); inoltre un contratto del luglio 1701, impegna l'intagliatore Giovanni Bosi per la realizzazione del fastoso salottino dorato con quatro Putini nelli angoli del Gabinetto che scherzino uno con l'aquila da due teste, uno con un leone, uno con un lupo, altro con cervo, lasciando nel mezzo da riporre uno spechio.... (Colle, op. cit., pag. 262 e Bandera, op. cit., pagg. 104-105). Andranno poi menzionati i lavori di un altro artigiano al servizio dei Meli Lupi: quel Lorenzo Aili trentino (1643 - 1702), attivo a Soragna dal 1695 e pagato in quell'anno per il cornicione del letto principesco (Cirillo, Godi, op. cit., pag. 62, fig. 135), tre anni più tardi per la realizzazione delle statue del teatrino della Rocca e poi ancora nel 1701, per un letto novo ad intaglio (Colle, op. citata, pag. 266) ed il suo cancelletto (Cirillo, Godi, op. cit., pag. 70, fig. 157). Basandoci su tali confronti, potremo datare le nostre cornici ai primissimi anni del Settecento: circa l'autore, pare utile riportare la plausibile ipotesi attributiva avanzata da Cirillo e Godi, che in mancanza di documenti ed evidenziando la vicinanza ai modelli citati, suggeriscono l'Aili come possibile esecutore degli arredi che qui ci interessano. Ma non si dimentichi che, negli stessi anni e sempre per la Rocca, venivano pagati il già citato Bosi per aver fornito delle cornici e, nel 1702 (anno di morte dell'Aili) il doratore Francesco Camuti per l’indoratura delle cornici dei quadri (Colle, op. cit., pag. 264). A Giovanni Bolla è qui attribuita la paternità dei dipinti illustrati, seppur scarne restino le notizie biografiche di questo artista parmense, formatosi sugli esempi del classicismo bolognese di Carlo Cignani e dei Bibiena. Note sono alcune tele a soggetto sacro che il Bolla realizzò per le chiese del ducato, come sue sono le decorazioni a fresco nel palazzo vescovile e nell'oratorio di San Quirino. Ma indubbiamente la sua attività principale è tutta volta alla committenza dei Meli Lupi: realizzerà così, insieme ai Bibiena, gli affreschi per Soragna. Bibliografia di riferimento: A. González-Palacios, I mobili parmigiani: un libro e molte note in Il Tempio del Gusto. Il Granducato di Toscana e gli stati settentrionali, Milano 1986, vol. I, pag. 237 e segg. L. Bandera, Il mobile emiliano, Novara 1996, ad vocem

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